Mondiali Qatar 2022: perché fanno discutere
Se questo mondiale già suona strano per la non qualificazione della Nazionale Italiana, che per gli Europei 2020 aveva regalato emozioni indimenticabili al nostro Paese, ciò che stupisce e fa porre ancora più domande è la scelta del Qatar come paese ospitante, vediamo insieme perché.
Il rapporto tra Qatar e Sport
Da alcuni anni, i ricchi paesi del Golfo arabico ospitano importanti eventi sportivi dove impianti futuristici e lusso fanno da cornice.
Tra questi paesi non manca certamente il Qatar, tra le prime nazioni nell’area della penisola arabica a puntare sullo sport per aumentare la propria immagine all’estero.
Dal 1993 il Qatar accoglie eventi sportivi come il Qatar Open ATP, Il Qatar Masters Golf, la MotoGP e il Grand Prix di Formula1. Ti ricordo che questi eventi sportivi li puoi trovare in esclusiva su Sky.
Per quanto riguarda la tradizione calcistica, il calcio in Qatar è ostacolato dalle ridotte dimensioni del paese e dei suoi abitanti, di fatti i calciatori sarebbero appena seimila. Inoltre, la nazionale non si è mai qualificata ai mondiali di calcio e questo sarà il primo esordio "di diritto" per una squadra in quanto paese organizzante.
Mondiali di Calcio: perché il Qatar?
Le discussioni sollevate per questo campionato del mondo riguardano anche una serie di questioni logistiche che porterebbero ad escludere automaticamente il Qatar come paese ospitante.
- In primo luogo, le temperature nella stagione estiva superano i 40 gradi. Perciò, per la prima volta la coppa del mondo si giocherà in inverno, stravolgendo così il campionato corrente.
- E per una mancanza di strutture: il Qatar ha costruito da zero ben dodici impianti che dovranno ospitare tifosi e calciatori, ma che successivamente saranno smantellati, poiché di fatto inutili.
Alla scoperta di un mondiale futuristico
La ricchezza del paese si basa principalmente sull’esportazione di petrolio, quando negli anni quaranta vennero trovati i primi giacimenti e la commercializzazione ebbe inizio. L'esportazione di gas e petrolio ha reso possibile il progresso di un paese che si basa su lusso, innovazione, design futuristici e benessere.
Dal 20 novembre al 18 dicembre, durata del mondiale, il Qatar si impegna ad offrire un'ampia gamma di esperienze e di intrattenimento ai propri visitatori. Per questo, sono stati costruiti resort di lusso con spiagge private, centri benessere, beach club, parchi divertimento, festival, ristoranti esclusivi.
Il paese offre anche una serie di esperienze uniche come: guidare su una strada riservata a supercar e auto d'epoca (Al Maha Drive), alloggiare in un resort di lusso tra le dune del deserto arabo (The Outpost Al Barari) e rilassarsi nel più grande centro benessere del Qatar, situato su una laguna naturale ad un'ora di macchina dalla capitale (Zulal Wellness Resort).
Inoltre, per la prima volta fuori dalla Francia, il celebre magazzino parigino Printemps si trasferisce a Doha per ospitare maison di alta moda e fare shopping di lusso tra un match e l'altro.
Futuro sì, ma a quale costo?
Tanto lusso e investimenti, ma il prezzo più alto viene pagato dagli operai impiegati nella costruzione delle strutture e dall'ambiente che, come sempre, subisce le terribili conseguenze delle azioni umane.
Il Qatar prevede l’arrivo di oltre un milione di tifosi per il primo mondiale di calcio invernale. Il paese dispone però, escludendo le strutture dedicate ai team calcistici, di appena 30mila camere d’albergo. Per questo motivo, in molti saranno costretti a soggiornare a Dubai che dispone di una percentuale di strutture decisamente maggiore.
Qatar Airways, compagnia aerea di bandiera del Qatar, ha perciò pensato di organizzare e disporre un "servizio navetta aereo" che sarà attivo nel periodo dei mondiali e che farà partire almeno 60 voli per Doha - Dubai/ Dubai - Doha.
Questa scelta naturalmente solleva numerose polemiche. Il traffico aereo genera il 5% delle emissioni responsabili per il riscaldamento globale. Perciò, l'idea di offrire un servizio navetta aereo di 60 voli al giorno sarebbe dannoso per l'eccessivo impatto ambientale che si verrebbe a produrre, soprattutto se si pensa al fatto che si tratta di spostamenti meramente inutili.
Un'altra conseguenza di cui si sente parlare decisamente troppo poco è legata allo sfruttamento degli operai, quasi esclusivamente stranieri, che subiscono trattamenti spaventosi e percepiscono salari miseri, lavorando esposti a temperature estremamente elevate. Gli è inoltre impedita la possibilità di lasciare il paese: i loro passaporti sono stati confiscati dai datori di lavoro.
I dati rivelano, ed accertano, che sono circa 6.500 i lavoratori morti nei cantieri legati ai mondiali di calcio a causa delle pessime condizioni di lavoro e le misure di sicurezza insufficienti.
Tre anni fa Amnesty International, organizzazione che si occupa della difesa dei diritti umani in tutto il mondo, diffuse un rapporto sulle pessime condizioni lavorative in Qatar dichiarando che la FIFA avrebbe dovuto tener conto delle conseguenze e che ha quindi la chiara responsabilità di dover agire, facendosi potere della propria influenza.
Mancanza di infrastrutture, temperature non ideali, stop temporaneo del campionato, ma soprattutto sfruttamento e danni irrimediabili al nostro pianeta. Sorge spontaneo domandarsi nuovamente: era davvero necessario?
Autore articolo: Viola C.